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Falsi segnali in Lessinia e sul Carega
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2013-02-03 Qualcuno indica con frecce e aforismi percorsi pericolosi e non controllati Escursionismo, il Cai lancia l´allarme: Falsi segnali in Lessinia e sul Carega da L'Arena di Verona domenica 30 dicembre 2012 Vanno seguite soltanto le indicazioni regolamentari A rischio i sentieri 186 e il 287 per Passo Malera Gira per il gruppo del Carega un forsennato segnalatore di sentieri, che imbratta la montagna e mette in pericolo la vita degli escursionisti. Crea a sua discrezione nuovi tracciati e segnalazioni di particolarità da vedere, senza considerare i rischi a cui avvia persone ignare che le dovessero seguire.Roberto Piccoli, presidente della sezione Ettore Castiglioni del Cai di Tregnago, che ha in affidamento la manutenzione e la responsabilità della tabellazione di oltre un centinaio di chilometri fra il Carega e le dorsali della Val d´Illasi, è seriamente preoccupato: «C´è una normativa statale e regionale da osservare nella segnatura dei sentieri; c´è una competenza che le istituzioni hanno riconosciuto al Club alpino italiano per la sentieristica della zona di competenza; ci sono infine delle modalità da seguire per aprire nuovi sentieri o ripristinarne di vecchi, se qualcuno volesse, ma servono le autorizzazioni di! Comune, Comunità montana e Parco, ciascuno per gli ambiti che gli sono propri». «Non possiamo accettare che qualcuno dalla sera alla mattina s´inventi una propria segnaletica, traendo in inganno escursionisti ignari e lasciandoli spesso in situazioni critiche», avverte Piccoli, che ha già segnalato il fatto al comando stazione del Corpo Forestale dello Stato, i cui agenti stanno già facendo delle indagini. «So per certo che se saranno individuati sentieri con pericolo partirà una denuncia, per il momento contro ignoti, fintantoché le indagini non porteranno a scoprire chi sia l´autore di questi segni assurdi», aggiunge il presidente della sezione Cai di Tregnago. Piccoli ricorda che ogni anno i soci della sezione specializzati nella segnaletica fanno la ricognizione dei sentieri affidati secondo le direttive regionali e la convenzione in essere con la Comunità montana della Lessinia, tagliano i rami cresciuti che impediscono il passagg! io e rinnovano la segnaletica orizzontale e verticale. Questa ! risponde a precise indicazioni che sono uniformi su tutto il territorio nazionale: i segnavia sono su tre bande, le due rosse esterne e quella bianca centrale con il numero del sentiero tracciato in nero, oppure su due bande, rossa in basso e bianca in alto senza numero, per indicare la continuità dello stesso tracciato. In entrambi i casi hanno la misura standard di 15 centimetri di base e 8 di altezza complessiva del segnavia. Quelli tracciati abusivamente, invece, sono riconoscibili perché non rispettano questi criteri: a volte sono solo delle macchie di colore rosso su spuntoni di roccia o sassi isolati; altre volte delle enormi frecce. In certe occasioni non mancano le scritte come per il sentiero 287 dal Rifugio Revolto al Passo Malera, dove su picchetto segnavia e su una roccia si trova l´indicazione «Impronte di dinosauro», ma le impronte sono in realtà già state prelevate da anni e custodite al Museo civico di Storia naturale di Verona e al Museo g! eopaleontologico di Camposilvano. Fra l´altro, la zona verso la quale le indicazioni indirizzano è molto esposta e pericolosa per chi si avventurasse senza adeguata attrezzatura ed esperienza. Secondo la denuncia del presidente Piccoli, che con altri volontari ha già provveduto a cancellare parte dei segnavia abusivi, trovandoli poi rifatti ancora più grandi ed evidenti su tronchi e rocce, i sentieri più presi di mira sono il numero 186 che dalla Dogana Vecchia porta al rifugio Revolto, il 190 che da Revolto arriva a Passo Tre Croci e il 287 che da Revolto sale al Passo Malera. Lo stesso pennello ha colpito anche sulla strada militare che porta al rifugio Scalorbi, lasciando il segno ogni 200-300 metri. C´è chi, oltre alla stupidità dei propri aforismi scritti su roccia, ha lasciato anche il proprio indirizzo e-mail, insulto alla montagna ma almeno innocuo per la sicurezza degli escursionisti. da L'Arena di Verona domenica 30 dicembre 2012 |