FORESTA DI GIAZZA

INQUADRAMENTO GENERALE

La Foresta Demaniale di Giazza si trova all’estremità nord-orientale della provincia di Verona all’interno del Parco Naturale Regionale della Lessinia. Frutto di una grande opera di rimboschimento, è oggi senz’altro il più bel complesso boscato del veronese.
E’ delimitata a nord dal Gruppo del Carega, ed a ovest dai pascoli dell’alta Lessinia e ad est dalla Catena delle Tre Croci.
La foresta di Giazza si estende su un territorio di circa 1904 Ha a cavallo delle province di Verona (comune di Selva di Progno: 1088 Ha), Trento (comune di Ala: 428 Ha) e Vicenza (comune di Crespadoro: 388 Ha).
L’Azienda Veneto Agricoltura amministra anche il settore trentino garantendo così un’uniformità di gestione.

LA STORIA di Marco Borghetti 2006

GEOLOGIA

L’area è costituita essenzialmente da rocce dolomitiche e calacree dell’Era Mesozoica (tra 225 e 65 milioni di anni fa), la cui formazione più antica è la cosiddetta “Dolomia Principale”, costituita da carbonato di calcio e magnesio. A questa si sovrappongono i calcari grigi, i calcari oolitici, Il Rosso Ammonitico Veronese ed il Biancone. Queste montagne si sono formate nell’era Cenozoica (tra i 65 ed i 2 milioni di anni fa) quando i materiali depositati nell’antico Mar della Tetide, in seguito alla compressione dovuta alla collisione tra la placca Africana e quella Eurasiatica, si inarcarono per originare la catena alpina.
Il territorio è solcato da tre grandi incisioni vallive: la Val di Revolto, la Valle Fraselle e la Val di Chiampo. Data la natura calcarea delle rocce, numerosi sono i fenomeni carsici.

CLIMA

Il clima della Foresta di Giazza è temperato freddo, con estati piuttosto calde ed umide per gli influssi della sottostante pianura padana. Comune è in inverno il fenomeno dell’inversione termica per cui, mentre in pianura e nelle valli che circondano la zona si addensano le nebbie e la temperatura si mantiene sotto gli 0°C, in foresta si registrano valori termici relativamente elevati. La stagione più piovosa è la primavera, mentre le precipitazioni minime si registrano in inverno, in particolare nel mese di dicembre.
L’altezza media delle precipitazioni annue è di circa 1500 mm per il bacino dell’Illasi e di circa 1900 mm per quello del Chiampo. Frequenti sono in estate i temporali, talvolta accompagnati da grandine, dovuti ad infiltrazione di aria instabile che sale dalla pianura. La neve persiste mediamente nella zona da dicembre a marzo.
La temperatura media annua stimata è di 7,5 °C; la media mensile più bassa è quella di gennaio (-3,5 °C) mentre la più alta è quella di luglio (+18,1 °C).

LA VEGETAZIONE

La notevole variabilità del territorio favorisce lo sviluppo di una vegetazione quanto mai articolata. Nella parte meridionale della foresta, sui versanti più freschi e meno ripidi, sono molto frequenti l’orniello (Fraxinus ornus) e il carpino nero (Ostrya carpinifolia) che formano boschi cedui di modesta produttività, discontinui e spesso inframmezzati da prati e pascoli. Al carpino nero e all’orniello si associano il genere il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), il sorbo montano (S. aria), l’acero di monte (Acer pseudoplatanus) e il faggio (Fagus sylvatica). Ben rappresentati sono sia lo strato arbustivo che lo strato arboreo. Oltre il limite superiore dell’orno-ostrieto si sviluppa la faggeta di cui possibile individuare nella Foresta di Giazza due distinte tipologie: una più termofila, a contatto appunto con i boschi a carpino nero e orniello, ed una invece con carattere spiccatamente mesotermo alle quote più elevate.

Nella faggeta termofila, piuttosto rada e luminosa, al faggio si associano spesso il carpino nero e l’orniello e nello strato arbustivo il nocciolo (Corylus avellana), il viburno lantana (Viburnum lantana) e la rosa canina (Rosa arvensis). Lo strato erbaceo è ricco con presenza di numerose specie tra cui molte orchidee (Cephalantera alba, C. longifolia, C. rubra), l’erba trinità (Hepatica nobilis), il ciclamino delle Alpi (Ciclamen purpurascens) e l’erba limona (Mellitis melissophylum).

Tra i 1000 e i 1400 m di quota, su suoli freschi ed evoluti, si sviluppano la tipica faggeta montana, diffusa in gran parte della Val Fraselle e della Valle di Revolto. Sono boschi ben sviluppati e rigogliosi con faggio sempre dominante al quale solo occasionalmente si accompagnano le specie viste nelle precedenti formazioni. Gli alberi formano una volta pressoché continua ed ininterrotta che impedisce lo sviluppo del sottobosco. Solo nelle parti meno fitte la luce riesce a filtrare permettendo la crescita di alcune specie sciafile quali l’erba lucciola (Luzula nivea), la dentaria (Dentaria enneaphyllos), l’elleboro verde (Helleborus viridis), la stellina odorosa (Asperula odorata), il ranponzolo giallo (Phyteuma spicatum), l’orchidea nido d’uccello (Neottia nidus-avis) ed altre. Ad altitudini maggiori il faggio risulta spesso consociato all’abete bianco (Abies alba)e soprattutto all’abete rosso (Picea excelsa) la cui diffusione è stata largamente favorita dall’uomo. Ampiamente diffusi infatti nella foresta di Giazza sono i rimboschimenti artificiali di conifere, principalmente abete rosso e larice. Meno utilizzato è l’abete bianco mentre solo su terreni poveri, calcarei, e su versanti ripidi e rocciosi, esposti a sud si trovano il pino nero (Pinus nigra) e il pino silvestre (Pinus sylvestris).

Merita una nota particolare lo splendido bosco di abete bianco, faggio e abete rosso, con piante mature di notevoli dimensioni, posto sotto Malga Terrazzo, nel versante sinistro della Valle di Revolto. Grazie alla buona quantità di luce che filtra attraverso le chiome degli alberi il sottobosco è ricco e ben sviluppato con cespugli di nocciolo, salici, con rinnovamento della vegetazione arborea e con numerose piante di tasso (Taxus bacata) cresciute spontaneamente.
Alle quote più elevate, al di sopra della vegetazione arborea, si estende la fascia degli arbusti contorti e dei pascoli d’altitudine. La presenza di un substrato calcareo o calcareo-dolomitico favorisce lo sviluppo del pino mugo (Pinus mugo) che crea distese molto vaste, più o meno discontinue, di grande importanza per il consolidamento dei versanti.

Oltre al pino mugo sono presenti il Ginepro nano (Juniperus communis ssp. nana), il salice glabro (Salix glabra), il sorbo degli uccellatori, e qualche larice e faggio prostrato per l’azione del vento e della neve. Diffusi abbondantemente tra imughi sono rododendri (Rhododendron hirsutum e R. ferrugineum) e nello strato erbaceo l’Erica carnea dai delicati fiori rosa e, in alcune zone, la rara pianella della Madonna (Cypripendium calceolus), vero gioiello della flora della foresta di Giazza.

Stupendo è poi il colpo d’occhio che i prati e i pascoli, presenti in questa fascia, offrono all’inizio dell’estate: il bianco e il violetto dello zafferano alpino (Crocus albiflorus), il giallo della primula odorosa (Primula veris), il blu della genzianella (Gentiana verna), il rosso e il giallo dell’orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina), il rosso scuro della nigritella (Nigritella nigra) creano infatti un variopinto mosaico dalle mille sfumature.
Lungo i corsi d’acqua che scendono dalla Valle di Revolto e dalla Val Fraselle si sviluppa infine una vegetazione caratteristica formata da cespugli di salici (Salix appendiculata, S. eleagnos), ontano bianco (Alnus incana), maggiociondolo (Laburnum alpinum) e nocciolo che in genere sfuma in quella dei boschi limitrofi.

FAUNA

La Foresta Demaniale Regionale di Giazza possiede un patrimonio faunistico estremamente vario ed interessante. La fauna che più comunemente si può osservare durante un’escursione è rappresentata da vertebrati e in modo particolare dagli uccelli che nidificano numerosi durante l’estete; comuni e abbondanti sono comunque anche anfibi, rettili e mammiferi.

Tra gli anfibi, negli ambienti più freschi e umidi, frequenti sono la salamandra pezzata, il tritone alpestre, il rospo comune e la rana temporaria. Tra i rettili, nelle aree più aride e sassose, in prossimità dei muretti a secco e tra le pietre al margine di sentieri e mulattiere, le specie più frequenti sono la lucertola muraiola, il ramarro, la vipera comune, il marasso, il biacco e il colubro liscio. L’orbettino e la biscia dal collare prediligono invece i luoghi freschi e umidi.
Nelle acque del Torrente Fraselle presente è la trota fario.

Tra i mammiferi, molte specie, pur essendo abbastanza comuni, per le loro piccole dimensioni e per le abitudini quasi esclusivamente notturne, passano facilmente inosservate; fra queste sono da segnalare la donnola, la faina, la martora, il tasso, la volpe, la lepre comune, numerosi micromammiferi e diverse specie di pipistrelli.
La marmotta è presente nell’area con numerose colonie soprattutto nel settore orientale della foresta ed è facilmente osservabile nelle praterie alpine nei pressi di Malga Campobrun, di Passo Lora e nell’alta Val Fraselle. Nelle zone rocciose, al limite superiore della vegetazione arborea, è possibile da qualche anno incontrare il camoscio. La specie occupa prevalente,mente i costoni rocciosi, ripidi e scoscesi, del versante destro della Valle di Revolto. Il capriolo frequenta invece le aree boscate inframmezzate da radure e da zone ricche di vegetazione arbustiva. L’incontro con questo piccolo cervide, relativamente comune, si risolve il più delle volte con un sonoro abbaio e la sua precipitosa fuga nel folto della vegetazione; lo si può osservare con una certa facilità, in primavera, all’alba e al tramonto, nei prati a nord dell’abitato di Giazza e, nel periodo invernale, in presenza di neve, ai margini del bosco lungo la strada che sale al rifugio Revolto.
Nei boschi misti di latifoglie e conifere si può vedere lo scoiattolo mentre si sposta veloce da un ramo all’altro alla ricerca di cibo.

Sono però gli uccelli i vertebrati che più facilmente si possono incontrare durante un’escursione all’interno della foresta di Giazza, e questo sia per il gran numero di soggetti sia per il canto caratteristico di molte specie.
Tra i rapaci l’incontro più emozionante è senz’altro quello con l’aquila reale. Una coppia frequenta regolarmente l’area e dopo decenni è tornata a nidificare. Abbastanza comuni sono il gheppio e lo sparviere, presenti sono l’astore e la poiana mentre recentemente è stata segnalata la comparsa del raro falco pellegrino. Negli ultimi giorni di agosto e nei primi di settembre inoltre numerosi falchi pecchiaioli sorvolano l’area durante la migrazione dai quartieri di nidificazione a quelli di svernamento; le zone più idonee per avvisarli sono Passo Lora, Cima Trappola e Passo Ristele. Tra i rapaci notturni sono presenti l’allocco, il gufo comune, la civetta capogrosso e la civetta nana. Il gufo reale invece è raro e sembra frequentare l’area solo per motivi trofici.
Tra i galliformi di montagna è facile udire in primavera, tra gli arbusti contorti, al limite della vegetazione arborea, il caratteristico canto del gallo forcello, presente soprattutto nel settore orientale della foresta. Più elusivo e difficile da osservare è il francolino di monte, un piccolo tetraonide legato a zone caratterizzate da una densa vegetazione arbustiva, in prossimità di valloncelli umidi e freschi. Dopo un periodo di rarefazione questa specie appare attualmente in fase di ripresa. Presente, anche se poco comune, è la coturnice mentre rare sono le segnalazioni di gallo cedrone.
Il picchio nero si riproduce regolarmente con almeno due coppie nei boschi misti maturi di faggio e abete bianco; molto frequente e diffuso è invece il più piccolo e colorati picchio rosso maggiore.
Tra i corvidi facilmente osservabili nelle zone più aperte sono il confidente gracchio alpino, il possente corvo imperiale, la comune cornacchia grigia e all’interno dei boschi, la chiassosa ghiandaia.
Alle quote più elevate, sulle pareti e sui ripidi costoni rocciosi che sovrastano i pascoli alpini, in estate, si possono osservare le acrobatiche evoluzioni del rondone, della rondine montana, del balestruccio e, in modo particolare nei pressi del Passo Pertica, del raro picchio muraiolo. Lungo il corso del torrente Fraselle, anche in prossimità dell’abitato di Giazza, nidificano il poco comune merlo acquaiolo e l’elegante ballerina gialla.
Oltre a quelle sopra ricordate, le specie nidificanti nella Foresta Demaniale di Giazza sarebbero molte altre, tra le più comuni e abbondanti si possono ricordare il merlo, il fringuello, il ciuffolotto, il pettirosso, lo scricciolo, alcuni paridi (cinciallegra, cinciarella, cincia mora, cincia bigia alpestre, codibugnolo), il luì piccolo, l’allodola, il codirosso spazzacamino, il culbianco e molti altri.
Ricco e vario è infine il gruppo degli invertebrati con numerose specie di grande interesse soprattutto tra gli insetti e gli artropodi.

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