RIFUGIO REVOLTO

RIFUGIO REVOLTO 1336 m
Posti Letto 22
Servizio Bar e Ristoro
Gestore: Massimo Grobberio
Tel 0457847021 – 3478679425
Aperto tutto l’anno
sito www.rifugiorevolto.com

Situato a 1336 metri di quota nella Valle di Revolto, in alta Val d’Illasi, circondato dalla Foresta di Giazza.
Per chi proviene da Verona rappresenta il punto di partenza per molte escursioni nel settore centrale del Gruppo del Carega.

Come arrivare
Da Giazza, circa 6km, seguendo la provinciale e poi la strada forestale che conduce in località Le Giare e Revolto di Sotto, superato il Rifugio Boschetto si continua la salita tra i stretti tornanti della valle di Rivolto fino al rifugio.

  • Da Giazza 759 m seguendo il sentiero 185 che percorre la Valle di Revolto fino agli Orti forestali, per raggiungere il rifugio sul versante opposto della valle (ore 2 circa);
  • Dalla Lessinia (San Giorgio, 1580 metri circa) occorre allora seguire il sentiero 287 del passo Malera 1722 metri che permette il collegamento tra il Pertica e il Mandriello.
  • Da Recoaro e Rifugio Cesare Battisti sentieri 110 della Lora per passo delle Tre Croci e 190 della Val del Diavolo

ITINERARI CONSIGLIATI DAL RIFUGIO


Il fabbricato un tempo era adibito ad osteria e sorgeva lungo il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico, come testimoniano i vari cippi di confine nella zona.

LA STORIA

Fino al 1866 esistevano qui un’osteria e una chiesetta. Sopra la prima passava il confine tra il Lombardo Veneto e l’Austria, come rammentano i cippi infissi sulle pendici del declivo prospicente.
Una valanga danneggio sia l’edificio che la chiesetta.Un certo Eugenio Gaule rimise presto in piedi il punto di ristoro, mentre la chiesetta dovette attendere decenni prima di riprendere la perduta funzione.
Dopo la terza guerra d’indipendenza, Revolto restò a segnare il confine tra Austria ed Italia e ospitalità ai contrabbandieri che introducevano in Italia tabacco e generi di frodo.L’avvento della prima guerra mondiale trasformo l’osteria in un nodo strategico utile per tenere i contatti tra il comando degli alpini, stanziato a Campobrun e la sottostante Giazza.
Gran lustro le conferì la visita del re Vittorio Emanuele III, avvenuta il 7 ottobre 1918. E’ opinione popolare che il re soldato abbia fatto colazione al sacco presso il Boschetto delle Giare, poco più a Sud del rifugio.