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La Via Vicentina o Vesentina, proveniente da Durlo , in provincia di Vicenza, la quale attraversando la contrada Pagani di Campofontana , proseguiva per Malga Laghetto, Malga Fraselle, saliva sul Monte Zevola, continuando fino ad attraversare il Passo Tre Croci e Campobrun.
Questa via, forse già utilizzata come strada militare in epoca romana era chiamata Gassa, ossia strada di interesse militare e commerciale, dai Longobardi, e toccava tre province: Vicenza, Verona e Trento.
La “Via Vicentina” ha una sua lunga storia; noi vorremmo farne qui un primo resoconto sulla scorta di documenti storici e un secondo esame prendendo in considerazione anche alcuni toponimi “cimbri” e non, che si sono mantenuti inalterati pur a distanza di secoli. Non sappiamo quando esattamente la strada in parola sia stata tracciata; sappiamo, invece, che Cangrande della Scala, per motivi di difesa e di tutela del territorio appartenente al suo dominio, ma anche per andare incontro alle necessità pratiche dei suoi sudditi, obbligati a fornire legname e altre materie prime, ne ordinò la sorveglianza e la buona conservazione. Sappiamo che nel 1329, tra il 7 e il 13 luglio, su incarico del Della Scala, signore di Verona e di Vicenza, che aveva dato mandato a Baiardino Nogarola, podestà di Vicenza, di badare a stendere…in “publico istromento”, l’ubicazione e l’indicazione precisa dei termini confinari tra Verona e Vicenza, con l’aiuto del podestà stesso, i signori Giacomo Enditat e Pietro Dal Verme, cittadini di Verona, Pietro Sesso e Giacomo Da Porto, cittadini di Vicenza «… si recarono sui luoghi indicati per fare le divisioni, piantare i termini e metterne in possesso i detti comuni e gli Uomeni con patti scritti…». Partendo dalla «…Montagna detta de l’Alba, nelle pertinenze di Durlo, che confina con Campo-fontana, mediante la strada detta Via Vicentina, incominciando da Campo Dux (leggi: Campobrun), territorio trentino, continuando per detta via fino ad Iura ecclesiae Sanctae Margaritae di Durlo…».
Il resoconto si sofferma meticolosamente sulla definizione dei confini tra il territorio di Durlo e la parte occidentale e meridionale del Veronese, probabilmente perché era la zona che sarebbe potuta diventar oggetto di usurpazioni e di appropriazioni indebite. Convocati successivamente alcuni illustri cittadini di Vicenza a Torri di confine, venne emanata una lunga determinazione, nella quale appaiono anche le posizioni confinarie col Veronese, tra cui si accenna ai seguenti toponimi che ci interessano più da vicino: « … Discendendo dalla detta Via e dalla detta località di Campileo (oggi contrada Campilger, ndr) verso la casa, o maso, dello spettabile cittadino di Verona Verità de Veritatibus, situato nella contrada del detto Campileo alla parte inferiore…si passa dentro la casa stessa…fino alla Valle dell’Orcho … di lì poi fino al Cegno di S. Margarita».
Vennero così fissati i confini «delle ville di Chiampo, Nogarole, San Pietro Mussolino, Crespadoro e Durlo». Ecco, pertanto, quale fu l’impianto stradale, rilevato dagli esperti della famosa via, detta anche “Cavalara”, che partiva da Durlo e arrivava a Campobrun.
Dopo tale località la strada continuava ugualmente, ma diventava di competenza del territorio trentino.
Conserviamo copia di un disegno a mano del Settecento in cui si rileva il percorso della strada da Durlo a Campofontana e nel quale, chiaramente, viene evidenziata la scritta “Strada Vicentina”, dai confini di Durlo al Monte Fantalón di Campofontana.
Una foto aerea, poi, la rende evidente nel tratto della Montagna Alba. I quadrati mostrano due tappe della Via.
Seguiamone, pertanto il percorso così come lo abbiamo ricostruito noi sulla scorta dei documenti e delle personali conoscenze del territorio: Crespadoro, Località Terrazza, Durlo, Contrada Campilger, Passo del Gioiche, Monte Spitz (Casarola), Monte Fantalon, Montagna Alba (Porto di Sotto e di Sopra), Scalette, Monte Gramolon, Fraselle, Passo Ristele, Monte Zevola, Passo Lora, Monte Plische, Campobrun, Passo Pertica. E, di qui, il sentiero proseguiva lungo la di Val Ronchi fino ad Ala di Trento, passando per Schincheri, Eccheli e Ronchi; una strada che solitamente era praticata dai contrabbandieri.
Ma non solo di buona manutenzione e di efficienza della strada parlava il decreto di Cangrande, ma anche dell’obbligo per i “Degani”, gli amministratori delle comunità citate, di «far buona custodia, sempre e a proprie spese, di giorno e di notte, in tempo di guerra…». Se Cangrande, dunque, aveva precisato l’impegno di far custodire la strada, è segno che la strada esisteva già da tempo e che essa non era stata fatta eseguire da lui. Uno studioso della Val di Chiampo, negli anni Cinquanta del secolo scorso, Bortolo Fracasso, ne fece uno studio particolareggiato sulla scorta dei reperti archeologici ancora visibili (pavimentazione stradale a base di lastroni, tipici delle antiche strade romane) facendola risalire, appunto, all’era romana, dimostrandone la presenza con considerazioni di tipo militare proprie delle regole romane di conquista, servizio di pattugliamento e difesa dei confini.
Sentieri dell’antica “Via Vesentina”
§ Non avendo al momento informazioni maggiori proviamo a elaborare un probabile tracciato della Via Vicentina.
Mano mano che riusciremo ad ottenere altre notizie in merito, aggiorneremo questa pagina.
Tratti
Crespadoro – Campofontana
Campofontana – Passo Scagina Sentiero 205
Passo Scagina – Zevola – Tre Croci Sentiero 202
Tre Croci – Campobrun Sentiero 182
Itinerario
Crespadoro, Località Terrazza (probabilmente per terrazza si intende Ferrazza), Durlo, Contrada Campilger, Passo del Gioiche, Monte Spitz (Casarola), Monte Fantalon, Montagna Alba
Descrizione
Crespadoro siamo quasi alla testata della valle del Chiampo, dove giungono le strade dalla pianura percorendo il tratto meridionale della valle ancora ospitale più a nord la presenza umana si dirada e la povera economia montana lascia posto solamente a isolate malghe disperse negli alpeggi.
Siamo in una comunità-economia isolata e autarchica dove le gli scambi erano probabilmente ridotti al minimo, ma dove sembra chiaro esistesse già da tempo una via di comunicazione.
La strada continua dirigensdosi verso nord, seguendo il Chiampo fino in località Ferrazza, dove il cono piramidale di Durlo ne sbarra l’avanzata imponendo un bivio.
Da una parte Campodalbero e il Chiampo, dall’altra i versanti orientali della Lessinia Vicentina.
entrambe le vie sono anguste ed inospitali.
Crespadoro La Purga di Durlo e sullo sfondo le Lobbe di Campopfontana – Contrada Campigeri
Foto Gianni Dalla Costa
Tratto ipotizzato da caregaweb da confermare
L’itinerario prosegue in direzione Durlo e inizia poi a salire nel versante lessinese verso contrada Campigeri, non sappiamo per quale via segue l’itinerario, se aggirando la purga di Durlo o mantenendo il versante meridionale seguendo il fondovalle, per poi attraversare il vaio e raggiungere contrada Pasquali 694m.
Più probabilmente l’itinerario iniziava la salita verso Durlo 814m per aggirare i vaio fino a case Golge 843m testata del vaio, per superarlo agevolmente e aggirare il monte Spliz raffiungendo case Campigeri 1030m, per completare l’accerchiamento di monte Sptitz.
Ora eccoci arrivati nel versante veronese del percorso, da dove si domino i pascoli dell’Alpe, si prosegue su ampia mulattiera raggiungendo agevolmente monte Fanton e la montagna Alba (pendici del Telegrafo) ove dsi gode un magnifico panorama dell’alpe di Campofontana , delle sue caratteristiche malghe e capitelli votivi rimasti a sorvegliare un mondo quasi ancora dimenticato.
L’itinarario si congiunge con la segnaletica CAI per proseguire verso la Cima Lobbia seguendo il sentiero 205 .